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N° 58
1.
Quando pensate al Giappone cosa vi viene in mente?
Le geishe, le sale da the, l’industria elettronica, Hiroshima e Nagasaki, i
manga, gli anime, le finte scolarette disinibite e presumibilmente i robot
giganti con un pilota umano che non può fare a meno di annunciare i suoi
attacchi ad altra voce. Abbiamo dimenticato qualcosa? Fateci pensare… oh sì:
gli animali preistorici giganteschi mutati dalle radiazioni. Come abbiamo
potuto tralasciarli?
Qualunque cosa abbia sollevato un’onda di 15 metri
potrebbe essere la cosa gigantesca che appare proprio dietro lo tsunami, pensa
Tony Stark nell’armatura di Iron Man. Red Ronin, sicuramente.
Non può far molto per fermare l’onda anomala
quindi si alza in volo seguito dal suo insolito alleato: Temugin, il Figlio del
Mandarino. Mentre l’onda passa Iron Man ode una sorta di ruggito. Un ruggito?
Non è esattamente da Red Ronin.
Ora che il cielo è chiaro può vedere che si tratta
di un gigantesco dinosauro che avanza lentamente.
<<Non può
essere!>> esclama Iron Man <<Sembra…
sembra…>>
È Temugin a dire
quello che lui non osa:
-È Godzilla.-
Tony avrebbe preferito
non sentirlo.
A New York War Machine attende fuori dal
pronto soccorso dell’Howard
A. Stark Memorial Hospital. All’interno
i medici si stanno dando da fare per stabilizzare Sasha Hammer finita in coma
dopo un combattimento con l’eroe in armatura.
Improvvisamente ecco
scendere da due limousine e correre verso di lui due uomini ed una donna. Dopo
che Sasha è stata identificata, sono stati avvisati i suoi parenti più prossimi
ed eccoli qui. I suoi incontri con la famiglia Hammer non sono mai stati
piacevoli e questo è di gran lunga uno dei peggiori, viste le circostanze.
-Che hai fatto a mia figlia, vigliacco?- gli urla Justine Hammer
percuotendolo sul petto, reazione comprensibile da parte di una madre, perfino
da una come Justine.
<<Io non le ho
fatto niente.>> risponde
Jim Rhodes cercando di restare calmo <<È stata lei ad
aggredirmi, io mi sono solo difeso.>>
Tiberius Stone, socio
d’affari di Justine la prende con fermezza e l’allontana da War Machine per poi
rivolgerglisi:
-Tu sei War Machine, giusto? Sei un fuorilegge ricercato, perché
dovremmo credere ad una storia così assurda: una ragazza di 18 anni che attacca
te?-
In effetti, Rhodey non
può dargli torto, ma si dà il caso che la storia sia vera.
<<Non m’importa molto
di quel che lei crede, Mr. Stone.>> replica <<Sasha mi ha aggredito usando fruste di
energia che le uscivano dalle mani. È stata investita da un feedback di quel
potere quando io ho usato un campo di forza per difendermi. Mi ha detto di
essere stata mutata geneticamente da suo padre… il Mandarino.>>
Il
silenzio cala improvviso e gelido ed è Tiberius Stone a romperlo:
-Il Mandarino è il padre di Sasha? È vero Justine?-
-Non vedo come questo debba interessarti.- replica Justine.
-Ma non lo neghi. Se è vero… questo spiega molte cose degli ultimi
giorni. Tu che hai da dire Justin?-
Justin Hammer sembra
spaventosamente vecchio oggi, ma si avverte la sua notevole forza di volontà.
Si avvicina a War Machine e lo fissa con ostilità dicendo:
-Non m’importa come o perché è accaduto. Se mia nipote non si riprende
io ti riterrò responsabile e ti farò dare la caccia dai migliori uomini che il
denaro può comprare e non mi fermerò finché non sarai morto.-
<<Detta da uno
che con Iron Man e Tony Stark ha sempre fallito, non è una minaccia che mi
impensierisce molto, Hammer.>> replica, sarcastico, Rhodey.
In quel momento si
avvicinano alcuni poliziotti appena arrivati su due autopattuglie.
-Signori…- si rivolge loro Justin Hammer indicando War Machine
–Quest’uomo è un fuorilegge ricercato per attentati ad impianti industriali e
tentato omicidio. Esigo che lo arrestiate.-
Sotto il casco Rhodey
sospira. Ecco uno di quei casi in cui la pretesa di essere lo stesso War
Machine dell’epoca in cui Parnell Jacobs si era impadronito della precedente
versione dell’armatura, gli si rivolta contro. Gli era sembrata una buona idea
al momento, così avrebbe potuto compiere azioni di cui Tony Stark e le sue
industrie non avrebbero dovuto sopportare il biasimo, ma c’era sempre il rovescio
della medaglia delle reazioni delle autorità.
Dopo un attimo di
esitazione i poliziotti estraggono le pistole e gliele puntano contro.
<Non ho nulla contro di voi, ragazzi…>> si rivolge loro War Machine <<… e qui sono rimasto anche
troppo.>>
Spara un colpo moderato di raggi repulsori che
fanno cadere a terra i poliziotti per poi spiccare il volo a tutta velocità ed
allontanarsi rapidamente.
Tiberius Stone
sogghigna divertito poi si volge verso padre e figlia e comincia a chiedersi
come poter sfruttare le informazioni apprese oggi.
La porta della sala
emergenza si apre e ne esce un dottore biondo che chiede:
-Siete i parenti di Sasha Hammer?- chiede
Justine e Justin lo
guardano timorosi di ciò che sta per dire.
Ling McPherson si volge
a guardare il ragazzo che dorme al suo fianco nel grande letto matrimoniale del
suo appartamento, un letto che normalmente occupa da sola, ma non stanotte, una
notte passata insieme a Philip Grant, detto il Corvo, hacker insuperabile
nonché il figlio che Tony Stark ha avuto a 17 anni dal suo primo amore e di cui
fino ad un anno prima ignorava l’esistenza.
Non era scontato che finisse così, pensa la
giovane cinoamericana, specie considerando che lei è più vecchia di lui di una
decina d’anni circa. Naturalmente si era accorta di come lui la guardava quando
erano al lavoro e spesso si era chiesta se il motivo per cui non ci aveva mai
provato con lei fosse legato al fatto che lontano da un computer e un
collegamento a internet fosse un completo imbranato. Forse non sarebbero mai
arrivati a questo punto se lei non avesse insistito che rimanessero sempre
insieme così che lei potesse proteggerlo meglio dopo un attentato alla sua vita[1]
Beh adesso Ling può dire che il ragazzo in certe
cose è sicuramente all’altezza del padre.
Sorridendo al pensiero la giovane donna allontana
il lenzuolo e si siede sul bordo del letto. Esamina alcune cose sul suo tablet,
poi fa una telefonata:
-Bethany? Sono Ling. Possiamo incontrarci? Credo di aver bisogno del
tuo aiuto.-
2.
Il Mandarino sogghigna
mentre respinge l’attacco di Silver Samurai.
-Lo ammetto, Harada…- gli dice -… sei un avversario più in gamba di
quel che pensavo, ma nonostante ciò, ti ripeto che non sei alla mia altezza.
L’energia generata dal
potere mutante di Silver Samurai e rilasciata attraverso la sua spada viene
bloccata dal potere degli anelli del Mandarino. Per un lungo momento i due
sembrano essere in stallo, poi Silver Samurai si ritrova sbalzato contro una
parete per poi ricadere sul pavimento.
Il Mandarino gli si
avvicina dicendo:
-Come dicevo: sei stato un avversario valoroso, ma non eri alla mia
altezza. Questo scontro poteva finire in un solo modo. Per rispetto al tuo
valore ed ai tuoi antenati, ti ucciderò rapidamente.-
-Preferisco restare vivo.- replica Silver Samurai saltando di lato ed
evitando il raggio disintegratore del Mandarino, poi afferra la sua katana e
vibra un colpo allo stomaco del suo avversario.
Il Mandarino guarda con
curiosità la lama infissa all’altezza dell’ombelico e poi, tirando con entrambe
le mani si sfila la lama mentre la ferita si richiude magicamente.
-Non è facile uccidermi finché i miei anelli mi proteggono.- afferma
–Sei tenace quasi quanto il mio vecchio nemico Iron Man, ma da solo non potrai
mai impedirmi di uccidere Kenshiro Fujikawa.-
-E chi ha detto che è solo?-
La voce femminile ha
il suono di una staffilata e quando il Mandarino si volta vede una donna dai capelli
biondo rossicci inguainata in una tuta bianca che tiene in una mano un sai e
nell’altra una pistola ed è affiancata da un uomo in armatura da Samurai
anch’essa bianca,-
-Io vi conosco: tu sei una delle donne di Stark e tu uno dei Signori
del Silenzio: Inazuma.- esclama il Mandarino.
-Il signore ha vinto una bambolina e può passare alla cassa per
ritirarla.- commenta, sarcastica, Meredith McCall.
-Fujikawa-san è sotto la nostra protezione.- ribadisce Inazuma –Ti
conviene ritirarti finché puoi farlo con onore, Mandarino.-
-Voi…- la voce del Mandarino sale di intensità -… la vostra arroganza
merita una punizione e l’avrete.
I suoi anelli
cominciano a brillare tutti insieme.
Non ci posso credere,
pensa Iron Man mentre osserva il gigantesco sauro: ho di fronte a me Godzilla.
Hanno anche fatto dei film su di lui e lo S.H.I.E.L.D. gli ha dato la caccia
con equipaggiamento creato dalla Stark International. Avevo sentito che era
scomparso, forse in un’altra dimensione[2]
ed invece eccolo qui, nelle sue dimensioni originali pronto a minacciare Tokyo
come ai vecchi tempi. Davvero strana la vita.
-Dobbiamo attaccarlo.- dice Temugin.
<<Aspetta…>> lo blocca Iron Man <<Non sembra
avere intenzioni ostili, anzi: sembra confuso, come se non sapesse perché è
qui.>>
Tony non
ha tutti i torti. Godzilla sembra davvero incerto sul da farsi. Cosa ci fa qui?
Non era in una lussureggiante foresta simile a quella in cui era nato? Com’è
tornato qui? Conosce questo posto: non venne forse qui la prima volta che si
risveglio?[3]
Prima che il
gigantesco sauro possa prendere una decisione, le acque si aprono ed esce Red
Ronin.
Stiamo sfiorando il
ridicolo, pensa Iron Man.
Morgan Stark non crede
ai suoi occhi: solo pochi minuti prima quelli che sembrano carri armati
giocattolo ma di grandezza normale hanno cominciato a sparare proiettili veri
contro la folla radunata per l’inaugurazione di una nuova fabbrica
Stark-Fujikawa a Taiwan. Agendo d’istinto Morgan ha gettato fuori tiro la sua
compagna Rumiko Fujikawa e poi le si è gettato sopra, ma un secondo colpo li
avrebbe uccisi entrambi se non fosse intervenuto un misterioso individuo
vestito con un’armatura verde da samurai che ha bloccato i colpi con una specie
di scudo energetico.
Morgan non può sapere
che il vero bersaglio dei gingilli creati da Madame Macabra, figlia adottiva
del Mandarino e maestra della miniaturizzazione, è Rumiko e che il Mandarino
intende impadronirsi della Stark –Fujikawa dopo aver sterminato la famiglia
Fujikawa che detiene la maggioranza delle azioni. Se lo sapesse, forse
fuggirebbe spaventato, consapevole che il prossimo bersaglio sarebbe proprio
lui, il secondo azionista. Quel che nemmeno il Mandarino forse sa è che il vero
piano di Fuyumi Fujikawa, sorella di Rumiko, e del suo amante Matsu’o Tsurayaba
è di essere loro a conquistare la S-F dopo che il Mandarino avrà fatto il
lavoro sporco per loro.
Per il Signore del
Silenzio noto come Kaminari, questa è una questione secondaria. L’onore esige
che lui protegga la vita di Rumiko e del suo uomo, il resto è secondario. La
sua spada apre in due i carri armati creati da Madame Macabra come se fossero
fatti di carta.
La giovane cinese
freme di collera e decide di usare un’altra arma: piccoli droni si sollevano in
volo per poi ingrandirsi sino alla stazza di un vero caccia e cominciano a
mitragliare la folla.
In piedi in mezzo alla
strada Kaminari attende il momento giusto.
3.
Sì… la cosa sta
davvero diventando ridicola, pensa Tony mentre scatta verso l’alto. Un robot
gigante contro un dinosauro. Se adesso salta fuori anche una tartaruga gigante
mi metto a urlare.
In confronto ai due
giganti alti trenta metri Iron Man si sente davvero molto piccolo e loro non
sembrano nemmeno accorgersi della sua presenza. D’altra parte che deve fare:
aiutare Godzilla contro Red Ronin o il contrario? Dentro Red Ronin c’è pur
sempre Fuyumi Fujikawa ed anche se ha tentato di ucciderlo non vuole essere lui
a doverne annunciare la morte a Rumiko e suo nonno.
<<Fermi!>> intima sparando una scarica di repulsori tra i due
enormi litiganti.
Godzilla lo guarda. Se
i dinosauri avessero delle espressioni facciali la sua sarebbe di sorpresa.
Spalanca le sue fauci e scarica una fiammata contro il microbo in armatura che
ha osato disturbarlo.
Iron Man perde il controllo
del volo e precipita, ma la cosa dura solo pochi secondi: la fiamma atomica di
Godzilla ha solo dato una ricarica aggiuntiva all’armatura.
Nel frattempo Red
Ronin ha scaricato su Godzilla tutto il suo armamento. La battaglia, forse a
causa della stazza dei combattenti, ha un respiro epico. Le armi del robot,
come la mitragliatrice laser, fanno vacillare il dinosauro che però resiste e
torna alla carica.
-Godzilla vincerà.- commenta Temugin con convinzione.
<<Beh… non sono
certo entusiasta di combattere il vincitore.>> replica Iron Man.
Come aveva previsto
Temugin, Red Ronin vacilla sotto i ripetuti assalti di Godzilla e cade in
acqua. La sua testa si distacca e vola via.
Bene, pensa Tony, almeno Fuyumi è viva, ma non posso correrle dietro
finché questo bestione è in giro: conosco le mie priorità.
Godzilla sta lanciando
ruggiti (o almeno Tony li definirebbe così) di soddisfazione per la vittoria
ottenuta.
<<Ehi,
Fido…>> urla Tony
fingendo una sicurezza che è ben lontano dall’avere <<… sono
qui.>>
Il gigantesco sauro si
volta verso Iron Man e ancora una volta spalanca le fauci.
Pepper Potts si
abbandona sulla poltrona dirigenziale. Un altro successo per la brillante
dirigente d’azienda che sono diventata, pensa, un altro lucroso contratto di consulenza
per la Stark Solutions, qualcosa che Tony sarà in grado di sbrigare in cinque
minuti c’è da scommettere. Una volta che sarà tornato, ovviamente. L’ultima
volta che l’ha sentito stava cercando la nipote di Kenshiro Fujikawa ma da
allora non ci sono sue notizie. Non dirette almeno: la WWN[4]
ha mandato un servizio su Iron Man che affrontava un robot gigante. Tanto per
cambiare Tony sa sempre mettersi nei guai. Beh… sapevo quel che facevo quando
ho accettato la sua proposta di diventare la sua donna, pensa, non posso
lamentarmi. Ad ogni modo sarà meglio che torni presto, ne sente davvero la
mancanza.
L’uomo chiamato Kaze
fissa Cybermancer con severità:
-Pensavo fossi una donna d’onore, Suzi Endo…- le dice -… ma vedo che
hai accettato di diventare una volgare assassina pur di compiacere il
Mandarino.-
-Amico, non so chi tu sia o come mi conosci…- replica Cybermancer -… ma
se pensi di essere all’altezza del mio guanto ti sbagli.-
-Sei ebbra del tuo potere e questo ti perderà.-
L’energia del guanto
crepita quando Cybermancer lancia il suo attacco ma il suo avversario scompare
per riapparire subito al suo fianco e colpirla col piatto della sua spada. Suzi
Endo cade al suolo.
-Come… come hai fatto?- chiede ansimando la ragazza nippoamericana.
-Io sono Kaze, il Vento, e come il vento sono rapido ed implacabile.- è
la risposta.
-Beh… anch’io so essere rapida.-
Cybermancer scarica un
altro colpo sul suo avversario che viene scagliato oltre la finestra. La
ragazza lo segue volando.
Kenzo Fujikawa è
sempre stato un uomo pragmatico e quando vede Kaze cadere verso di lui seguito
da Cybermancer non perde tempo a farsi domande e spinge via il nuovo General
Manager del complesso industriale. Il Signore del Silenzio può essere stato
mandato solo da suo padre e ciò vuol dire che il pericolo è serio.
Suzi Endo sarebbe
probabilmente lusingata di sapere che Kenzo la considera un vero pericolo ma è
troppo occupata con Kaze per
pensarci.
-Tu sei uno dei Signori del Silenzio.- esclama –Credevo foste leggende
per spaventare i bambini.-
-Meglio per te se lo fossimo stati, Suzi.- replica Kaze –Non dovresti
affrontare il giudizio del fato.-
-Chi sei tu? Parli come se mi conoscessi, com’è possibile?-
-Guardami bene e avrai la tua risposta.-
Ed è quello che Suzi
Endo fa e quel che vede nel volto e negli occhi dell’uomo davanti a lei le fa
urlare:
-No!-
La sua guardia si apre
troppo e il kusarigama di Kaze la colpisce con tutta la forza del peso che ne è
un componente facendola finire a terra svenuta.
-Mi dispiace ragazza… tu mi hai costretto.- mormora il Signore del
silenzio
Solleva il falcetto e
fa per calarlo sull’ormai inerme Cybermancer quando una voce echeggia nel
salone:
-Fermo.-
Kenzo Fujikawa avanza
verso di lui e Kaze replica:
-Questa donna voleva ucciderti, è mio dovere porre fine al pericolo che
lei rappresenta per te.-
-Ora non è più un pericolo e ucciderla non sarebbe onorevole-
-Io credo che tu stia sbagliando Fujikawa-san ma per rispetto del
debito d’onore che ho verso tuo padre onorerò la tua richiesta.-
Con un gesto rapido
della sua spada Kaze sfila il guanto metallico dalla mano destra dell’esanime
Suzi Endo e lo porge a Fujikawa.
-Senza questo lei è davvero senza alcun potere. Lo affido a te.- gli
dice.
Nel frattempo Kenzo si
è chinato sulla giovane donna e le ha sfilato la maschera.
-Suzi Endo.- mormora –Una ragazza molto bella e in gamba ma rovinata
dall’ambizione, Possibile che da solo il potere di questo guanto sia bastato a
corrompere la sua anima?-
Ma se spera di avere
una risposta dall’enigmatico Kaze, Kenzo resta deluso perché il Signore del
Silenzio è scomparso silenziosamente com’era venuto.
Kenzo fissa il guanto
nelle sue mani che ancora brilla di energia residua. Un oggetto di valore,
pensa, dovrei consegnarlo alle autorità, ma sarebbe un vero peccato. Forse gli
scienziati della Stark-Fujikawa potrebbero scoprire i suoi segreti e magari
replicarlo… magari.
4.
Mi chiamano
l’Invincibile Iron Man, pensa Tony Stark, ma non mi seno tanto invincibile in
questo momento davanti ad un dinosauro alto circa 30 metri che, per giunta, è
anche una specie di fornace nucleare ambulante e che non ho la più pallida idea
di come fermare.
Godzilla sta per
sparare una delle sue scariche di fuoco e il figlio del Mandarino, sul suo
drago volante, è proprio sulla sua linea di tiro. Sarebbe facile stare fermi e
lasciare che sia incenerito, pensa Iron Man ma se lo facesse, quale sarebbe la
differenza tra lui ed i suoi nemici? D’impulso si frappone tra Godzilla e
Temugin. Per istanti che sembrano interminabili gli sembra di essere dentro un
forno poi le termocoppie regolano la temperatura assorbendo il calore in
eccesso.
-Mi ha salvato ancora la vita.- esclama Temugin,
<<Già.
Imbarazzante, vero?>> replica
Tony poi vola verso il muso di Godzilla e gli urla <<Ehi, tu… che
intenzioni hai? Se vuoi distruggere Tokyo come ai bei vecchi tempi, temo che
dovrò combatterti.>>
Godzilla
lo guarda in uno strano modo. Tony ricorda di aver letto in qualche file dello
S.H.I.E.L.D. che il sauro aveva mostrato segni di intelligenza di livello quasi
umano. Che lo abbia capito?
Con un brontolio
Godzilla si gira e si avvia verso il mare aperto venendo pian piano inghiottito
dalle acque.
Iron Man si sta
chiedendo se deve seguirlo quando si accorge che Temugin se ne sta andando.
Dopo una breve esitazione decide di seguirlo sperando di non aver preso la
decisione sbagliata.
Kaminari alza il suo
sasumata, la lunga lancia a due punte che è parte fondamentale del suo
armamentario. Da ciascuna delle punte parte un raggio che abbatte un aereo, poi
Kaminari lancia il sasumata in aria. Come se fosse dotata di una vita propria
la lancia rotea nell’aria e taglia in due un altro aereo quindi piomba su un
altro e fa la stessa cosa e poi ancora su un terzo e così via finché non sono
tutti abbattuti. A questo punto il sasumata torna nelle mani di Kaminari che
sotto gli occhi stupiti di Morgan e Rumiko scompare.
Da un’altra
angolazione Madame Macabra ha assistito allo svolgersi degli eventi ed apre
un’ampia borsa ma prima che possa estrarre qualche altro gingillo mortale due
forti mani la serrano bloccandole ogni movimento. Kaminari l’ha presa
prigioniera ed ogni sforzo di Macabra per liberarsi è inutile.
Dopo averla legata Kaminari
usa la sua corta spada per distruggere la borsa della giovane cinese quindi le
parla:
-Dovrei ucciderti, ma non vali lo sforzo. L’umiliazione della sconfitta
e della prigione saranno sufficienti per te.-
-Tornerò presto libera.- urla la ragazza-E allora morirai.-
-Tutti muoiono prima o poi.- replica Kaminari –Ma quando toccherà a me,
non sarà certo per mano tua.-
È una di quelle che
sono definite “uscite tra ragazze” e le ragazze in questione sono tre
infermiere dello Stark Memorial Hospital amiche sin dai tempi in cui sono
uscite dalla scuola infermieristica. Non sono poi così tanti anni ma
all’afroamericana Georgia Jenkins, a Christine Palmer dalla chioma rosso fuoco
ed alla bruna Linda Carter a volte sembrano almeno 40.
Sono sedute in un bar
a rievocare i vecchi tempi e parlare (o sparlare?) di medici, paramedici e
affini.
-E così, Linda…- sta dicendo Christine -… non hai più visto il dottor
Stuart da allora?-
-No io…- Linda Carter si interrompe vedendo passare una donna bionda
sul marciapiede all’esterno –Scusatemi un attimo.-
Si alza ed esce fuori
chiamando la donna:
-Miss Bergier… Rebecca, aspetta.-
Rebecca Bergier rimane
un attimo perplessa, poi riconosce la giovane donna: è l’infermiera con cui ha
fatto amicizia in ospedale.
-Buongiorno Miss Carter… Linda.-
-Scusami se ti ho fermata ma… se sei da queste parti vuol dire che sei
andata a quel gruppo di supporto che ti avevo segnalato non è vero?-
Rebecca non risponde e
abbassa la testa imbarazzata.
-Non devi vergognartene.- insiste Linda –Hai fatto la cosa giusta: non
si può pensare di poter sempre affrontare i propri problemi da soli e tu sei
stata abbastanza saggia da chiedere auto.-
-Non è stato facile aprirsi con estranei ma ce l’ho fatta.- ammette
Rebecca.
-Non perdere mai il tuo coraggio mi raccomando.-
-Se… se avessi bisogno di un po’ di supporto morale posso rivolgermi a…
a te… Linda?-
-Se credi davvero di averne bisogno, perché no? Non chiedere aiuto non
è un atto di coraggio ma di stupidità.-
Si salutano
rapidamente e mentre Linda raggiunge le sue amiche che la stanno chiamando
Rebecca si chiede che le diranno di lei? La metteranno in guardia dalla
lesbica? Ma forse lei è diventata troppo cinica sulla natura umana… al mondo
non ci sono solo omofobi: perfino uno vecchio stampo come Happy Hogan gliel’ha
dimostrato coi fatti e non con le parole. Comunque le ferite lasciate nel suo
animo da India Queen o Indries Moomji che dir si voglia sono ancora troppo
fresche perché Rebecca possa pensare anche solo di permettere ad un’atra donna
di avvicinarsi a lei e non è certo il caso di complicarsi la vita con una
etero.
Se ripensa a quella bastarda di Indries le
verrebbe voglia di ingoiare un’altra manciata di pillole ma grazie a Dio
quell’impulso è sempre meno frequente. Per quanto possa essere doloroso,
proverà a rimettere insieme i cocci della sua vita e andare avanti.
5.
Il lampo di luce può
essere visto da grande distanza. La villa di Kenshiro Fujikawa ne è totalmente
avvolta. Quando cessa il Mandarino guarda i suoi avversari ed esclama:
-Voi… siete vivi?-
Né Inazuma né Meredith
McCall ammetterebbero mai con il loro avversario di essere scossi. Inazuma in
particolare si ritrova indebolito per lo sforzo di erigere uno scudo per
proteggere lui, Meredith, Silver Samurai e Kenshiro Fujikawa dalla furia del
Mandarino. Se il suo avversario capisse che non ha la forza di sostenere un
altro combattimento, sarebbe la fine per tutti loro.
Per loro fortuna il
Mandarino è anche lui indebolito dallo sforzo di scatenare il potere di tutti i
suoi anelli e deve ricaricarsi.[5]
Il primo a capirlo è Silver Samurai che gli si scaglia addosso cercando di
colpirlo con la sua katana. È allora che avviene qualcosa di sorprendente: le
mani del Mandarino mutano in verdi zampe di drago che afferrano la katana e la
strappano dalle mani di Silver Samurai, per poi afferrarlo per il collo.
-Patetici buffoni… non avete ancora capito quanto grande sia il potere
del Mandarino?-
<<Perché non lo spieghi anche a me?>>
Quella voce… sia pur
filtrata elettronicamente la riconoscerebbe tra mille…il suo più grande nemico
è qui.
Quando ha capito da
che punto proveniva il bagliore Iron Man non ha avuto più dubbi: è quasi certo
che Godzilla non sia più un pericolo, ma se qualcosa o qualcuno minaccia
Kenshiro Fujikawa lui non si perdonerà mai di non averlo saputo proteggere.
A tutta velocità punta
verso la villa. Si accorge di aver perso di vista Temugin ma non può
preoccuparsene adesso.
Il bagliore è cessato
e la villa sembra intatta. L’aria tutt’intorno è calda. Sembra di essere in una
sauna. Per fortuna la temperatura all’interno dell’armatura viene regolata
automaticamente. Dall’interno sente provenire delle voci e una è quella del
Mandarino.
Tony spalanca una
porta e vede il Mandarino: le sue mani sembrano zampe di drago e stanno
sollevando Silver Samurai e vicino a lui ci sono Inazuma e… Meredith McCall?
Allora non aveva avuto le allucinazioni quando aveva creduto di averla vista in
quel club.[6]
È tornata con i Signori del Silenzio… o forse non li ha mai lasciati? Non può preoccuparsene
ora. Non è sicuro se Silver Samurai sia ancora un criminale ma non importa: non
può lascialo morire.
Il Mandarino sta
urlando:
-Patetici buffoni… non avete ancora capito quanto grande sia il potere
del Mandarino?-
E Tony non può fare a
meno di ribattere in tono sprezzante:
<<Perché non lo spieghi anche a me?>>
Il Mandarino si volta
e lo guarda con odio puro.
-Tu!- e in quell’unica sillaba mette tutto il disprezzo che può.
<<Beh non sono certo il Coniglietto
Pasquale.>> ribatte Iron Man <<Comunque non potevo mancare: le tue feste
sono sempre molto interessanti e movimentate.>>
-Le tue batture sono irritanti come al solito.-
Il Mandarino, le cui
mani ora sono tornate normali, punta contro il suo avversario l’anello
disintegratore ma… non accade nulla.
<<Che succede Mandy, ti si sono scaricate le
batterie?>>
Lo sguardo del Mandarino è di quelli
che inceneriscono.
-Bah… poco
importa- conclude -Posso comunque sconfiggerti a mani nude con la mia abilità
nelle arti marziali.-
Iron Man sa che non è una vanteria e
si prepara a combattere, ma…
-Pensi di
riuscire a farcela contro tutti e quattro?-
Meredith McCall sta puntando un sai
contro la nuca del Mandarino.
Quando la tremenda manifestazione di
energia è cessata Meredith McCall si è sentita svuotata di ogni forza,
consapevole che senza lo scudo di Inazuma tutti loro sarebbero stati ridotti in
cenere. Un fato che forse era solo rimandato. Se fosse toccato a lei affrontare
il Mandarino non sarebbe durata un secondo.
Osserva con orrore le mani
artigliate del criminale afferrare Silver Samurai. Vorrebbe intervenire ma
braccia e gambe le sembrano pesantissime ed è sicura che anche Inazuma sia
sull’orlo del collasso e si regga per pura forza di volontà. Tutto è dunque
perduto? Ma ecco che accade il miracolo: il suo cavaliere dall’armatura
splendente è arrivato per salvarla. Tony ha sempre avuto il dono di un perfetto
tempismo.
A quanto sembra gli anelli del
Mandarino si sono scaricati: ha voluto strafare prima. Da quanto dice, vuole
affrontare Iron Man a mani nude e se quel che si dice di lui è vero anche solo
per metà, può riuscirci e lei non può permetterglielo: non permetterà a quel
bastardo cinese di uccidere il padre del suo unico figlio.
Raccoglie un sai e si avvicina ad un
ignaro Mandarino puntandoglielo alla nuca.
-Sei una donna
senza onore, Meredith McCall… come tutte le occidentali.- sibila il Mandarino.
-Tu che parli di
onore… mi viene da ridere. Meriteresti che usassi questo sai per trapassarti la
nuca in quest’istante.-
<<Miss
McCall… Meredith…>> interviene Iron Man<<…
non farlo.>>
-Perché no? È un
assassino. Il mondo starà meglio senza di lui.-
<<E tu? Ti
sentirai meglio dopo… con le mani sporche del suo sangue?>>
-Tu che mi fai la
morale. Questa è bella. Qualcuno mi ha raccontato che una volta eri pronto a
giustiziare un tiranno spaziale.-[7]
<<Quello… quello
era diverso.>> ma ne è davvero sicuro? Tony Stark non sa darsi
una risposta.
-Discussione
interessante.- interviene il Mandarino -Ma ora la decisione spetta a me.-
Si muove così velocemente che quasi
non lo vedono. Meredith sa che se non si fosse spostata le avrebbe spezzato il
collo come un fuscello.
-Notevole.-
commenta il Mandarino. Decisamente non sei una donna comune Meredith McCall. Le
voci sulla tua associazione coi Signori del Silenzio erano, dunque, giuste.-
-Non sai quanto.-
replica lei.
-Sia come sia,
non è importante. Ciò che conta è che il potere dei miei anelli scorre ancora
dentro di me e posso di nuovo scatenarlo contro di voi.-
<<Dovrai passare sul mio cadavere.>>
-Lo farei ugualmente vecchio nemico.-
Inazuma si muove e si
mette a fianco di Iron Man, seguito da Meredith e poi da Silver Samurai.
-Sei così sicuro di poterci battere tutti e quattro ora?- getta la
sfida Inazuma.
Il Mandarino punta le
sue dita e si prepara a colpire, quando…
-Fermo, padre.-
Temugin è appena
arrivato.
-Come osi interrompermi, figlio, proprio mentre sto per distruggere i
miei nemici?- ribatte, irato, il Mandarino.
-Oggi Iron Man mi ha salvato la vita due volte. L’onore richiede che io
ora difenda la sua.-
Il Mandarino esita.
Dal suo sguardo sembra quasi che contempli l’idea di uccidere il suo stesso
figlio pur di schiacciare i suoi avversari, poi, lentamente, abbassa le mani e
le cela nelle ampie maniche della sua veste, quindi si rivolge ad Iron Man:
-E sia… hai guadagnato una tregua mio vecchio nemico… ma è solo
temporanea . Nella mia magnanimità faccio dono a te ed i tuoi amici della vita,
ma non sarò più così misericordioso la prossima volta che ci incontreremo.- si
volge verso Kenshiro Fujikawa –Ho acconsentito alle richieste di Tsurayaba e di
tua nipote perché mi divertiva ma ho sprecato tempo e perso pedine preziose.
Non sono un volgare assassino. Per ora tu e la tua famiglia non dovrete temere
nulla da me. Che m’importa di una stupida multinazionale dell’industria quando
presto avrò il mondo ai miei piedi? Andiamo, figlio.-
<<Ehi, pensi davvero che ti lascerò
andare?>>
-Penso semplicemente che tu non possa impedirmelo.- è la secca risposta
–Addio… per ora.-
Le figure del
Mandarino e di Temugin si fanno improvvisamente diafane poi… semplicemente
scompaiono.-
<<Odio quando usa quel trucchetto.>> è il solo commento di Iron Man.
Lo scontro è solo
rimandato.
EPILOGO
È giorno pieno quando Tony
Stark, in abiti civili, torna da Kenshiro Fujikawa. Non è un’impresa facile
dirgli la verità su sua nipote Fuyumi ma il vecchio sembra prenderla bene in un
certo modo. Non dice nulla e si congeda dal suo ospite con poche parole.
-Non è facile accettare che il sangue del tuo sangue voleva uccidere la
sua famiglia per pura brama di potere.- dice Meredith McCall
-Beh… tutti hanno delle mele marce in famiglia. Almeno mio cugino
Morgan non ha mai tentato di uccidermi… credo- replica Tony, poi cambia argomento
-Non credevo di trovarti qui in Giappone. Sapevo che avevi dei legami con la
famiglia Fujikawa da quando fecero il tuo nome come membro del Consiglio dei
Direttori della REvolution ma non mi hai mai spiegato di che genere fosse.-
-Diciamo che il vecchio Fujikawa mi considera una specie di figlia e mi
ha fatto un grosso favore tempo fa di cui gli sono molto grata. Un giorno te ne
parlerò, ma non oggi.-
-Come desideri. Immagino che i tuoi amici Signori del Silenzio ti
abbiano detto degli attentati sventati a Hong Kong e Taiwan.-
-Naturalmente. È tutto collegato a quel debito d’onore di cui ti
parlavo… che è il motivo per cui svolgerò un certo incarico per Fujikawa-san.-
-Di cui ho capito che non devo chiederti niente. Quindi non tornerai
negli Stati Uniti con me, giusto?-
-No… non per adesso.-
Meredith esita poi si
rivolge ancora a Tony:
-Posso chiederti un favore?-
-Dimmi.-
-Tieni d’occhio Philip. Ho una brutta sensazione su di lui: ha un
talento naturale permettersi nei guai.-
-Chissà da chi avrà preso con due genitori tranquilli come me e te.-
commenta Tony ridendo –Tranquilla… lo farò.-
-Bene… spero che ci rivedremo presto.-
Gli volta le spalle e
Tony la osserva andar via. Per qualche attimo si chiede come sarebbe andata se
avessero sfidato i loro genitori e fossero rimasti insieme, poi scaccia quel
pensiero e si concentra sul suo imminente ritorno a casa.
A Meredith, agli
intrighi dei Fujikawa e al Mandarino penserà un altro giorno… un giorno che
teme arriverà fin troppo presto.
FINE
NOTE DELL’AUTORE
Fine dell’avventura
giapponese di Iron Man che lascia irrisolte molte questioni che saranno
affrontate nei prossimi episodi. Se pensate che rivedremo presto il Mandarino…
beh avete ragione… ma ora spazio alle note:
1) Ebbene lo confesso: alcune situazioni presentate
in quest’episodio sono state un mero pretesto per vedere in azione Godzilla e
come resistere alla tentazione di farlo combattere contro un robottone gigante?
-_^
2) Se volete saperne di più del fato di Fuyumi
Fujikawa e dei piani di Matsu’o Tsurayaba vi consiglio di seguire Marvel
Knights a partire dal n. 63.
3) Nota di continuity: dopo questa storia Tony Stark
e Iron Man appariranno su Destino #7.
Nel prossimo episodio: Meredith Mc Call va a Hong
Kong, un vecchio amico chiama Jim Rhodes, il Mandarino continua a tramare
nell’ombra, Iron Man ritrova un vecchio avversario, le vite complicate del
nostro nutrito cast di comprimari e molto altro ancora.
Non Mancate.
Carlo
[1] Nell’episodio #54.
[2] Nella breve e sfortunata serie MIT di Godzilla
[3] Nel leggendario film “Godzilla, il Re dei Mostri” di Ishiro Honda (1954)
[4] World Wide News, network di notizie 24 ore su 24 parte della Howard Media Inc
[5] No… non ha bisogno di una batteria del potere per farlo.-_^
[6] Nel n. 56.
[7] Nel teso finale di Operazione Tempesta nella Galassia